Il ritorno alla libertà del falco Kevin

Il piccolo Kevin poco prima del rilascio (ph: Roberto Chiara)

Kevin è un piccolo di Falco Pellegrino nato gli ultimi giorni di aprile nell’entroterra siciliano. Il padre e la madre, dopo aver covato per più di un mese alcune uova, hanno assistito al miracolo della vita, la nascita di Kevin e dei suoi fratelli. Purtroppo questi piccoli miracoli fanno gola a personaggi abili e senza scrupoli, e così capita che un bracconiere, accortosi della schiusa delle uova, decide di sottrarre ai genitori qualche pulcino per trarne profitto economico. Così ha inizio la disavventura del piccolo Kevin.

Improvvisamente, alle prime ore dell’alba un’inquietante figura appare d’improvviso sopra il nido: non è un genitore che porta cibo, è un essere umano. Così Kevin in breve si trova rinchiuso al buio in un sacco, e dopo essere sballottato per qualche ora finisce in una gabbia. Si guarda un po’ attorno e non vede il bellissimo paesaggio siciliano e non sente le voci dei fratelli. Le uniche cose che riesce a vedere sono aste di metallo che lo ingabbiano e pareti di un garage  adibito all’allevamento di rapaci di uno spregiudicato falconiere. Così per qualche giorno il nostro Kevin rimane lì, spaesato e spaventato, con un uomo che cerca di farlo mangiare dalle sue mani. Inizialmente lui si rifiuta, non è il becco della sua premurosa madre. Ma si sa, la fame è fame e così, pur non gradendo, il piccolo cede e si lascia nutrire.

Ai primi di maggio, Kevin è ancora rinchiuso in una gabbia, ormai rassegnato all’idea che quella sarebbe stata la sua casa per tutta la vita, che non sarebbe stato mai più libero di volare nel blu del cielo, né mai avrebbe imparato a cacciare senza il prezioso insegnamento dei suoi genitori. Una vita ingiustamente pregiudicata da un bracconiere. Ma il proprio destino a volte può anche improvvisamente volgere al meglio. In quei giorni infatti, il SOARDA (Sezione Operativa Antibracconaggio e Reati a Danno degli Animali) congiuntamente al Nucleo Carabinieri CITES di Catania, è in servizio eseguendo consueti controlli agli allevatori. Uno di loro è il falconiere dell’Ennese che tiene imprigionato il piccolo Kevin. Le forze dell’ordine, mentre eseguono il controllo di routine sugli animali per verificare che tutti siano corredati da documenti in regola (allevare rapaci non è un reato, se fatto secondo le varie norme che lo regolamentano) notano il piccolo di falco pellegrino che risultava detenuto illegalmente e trafugato da un nido. Kevin viene sequestrato dagli uomini del SOARDA e portato in un luogo sicuro. Ma cosa fare ora di Kevin? Può tornare libero?

Interpellando un esperto che in Sicilia lavora al progetto Life ConRaSi per la conservazione dei rapaci, stante l’età giovanissima e il poco tempo trascorso nelle mani del falconiere, si decide di tentare l’adozione da parte di una coppia di falchi della stessa specie, fiduciosi che possa allevare il piccolo inserendolo nella sua prole.

Il gruppo dei Carabinieri (Soarda e Cites) impegnati il giorno del rilascio (Ph: Roberto Chiara)

Il 3 di maggio viene coinvolto anche Roberto, collaboratore della Cooperativa Silene, che in quei giorni in provincia di Catania sorveglia costantemente un nido di aquila del Bonelli per il progetto Life+ ConRaSi, in lotta contro i ladri di uova e pulcini. Nella stessa parete sorvegliata infatti vive una coppia di falco pellegrino con tre piccoli, che lui conosce perfettamente. Una volta accertata la compatibilità dei giovani di falco con Kevin, ottenuto il nulla osta del magistrato incaricato del caso del furto di Kevin, i Carabinieri, gli esperti ornitologi e rocciatori esperti in queste operazioni trasportano Kevin fino alla parete rocciosa. In serata, con poca luce, calatisi acrobaticamente per 30 metri fino alla sommità del nido, uno dei rocciatori depone il piccolo, che viaggia nuovamente in un sacco, nel nido adottivo. Ciò grazie anche a Roberto che dà istruzioni sul punto esatto da raggiungere con le corde, verificando che il minimo disturbo sia recato ai piccoli già presenti.

L’indomani mattina, aprendo gli occhi, il piccolo Kevin riceve la sorpresa: un paesaggio sconfinato è davanti ai suoi  occhi. La brezza fresca del mattino gli arruffa il piumino. Ci sono altri 3 piccoli della sua stessa specie a fargli compagnia nella nuova abitazione. Tutto sembra perfettamente riuscito ma non è da sottovalutare il rischio che i genitori adottivi non accettino il piccolo o che i nuovi fratellini lo lascino senza cibo, essendo l’ultimo arrivato.

Roberto dopo ore di appostamento in un punto lontano dal nido, con il cannocchiale verifica che il piccolo Kevin viene accettato come fratello adottivo e che i genitori lo nutrano come se fosse sempre stato loro. I giorni seguenti Kevin cresce vigoroso. I pasti offerti dai nuovi genitori sono abbondanti e bastano per tutti.

Kevin a fine maggio, ormai pronto all’involo (Ph: Ernesto M. Sabbioni)

Dopo molti allenamenti con i suoi fratelli il piccolo Kevin il 29 maggio, dopo 26 giorni trascorsi nel nido, spicca il suo primo volo, finalmente libero di volare in quel cielo di Sicilia che forse rischiava di non vedere più.

Un lieto fine per la disavventura di Kevin, un incubo interrotto dalle squadre scrupolose del SOARDA e della CITES dei Carabinieri, da un magistrato sensibile, da ornitologi delle squadre collegate al progetto Life ConRaSi. Tutti insieme a lottare in Sicilia contro questo fenomeno ancora troppo poco noto del commercio illecito di animali sottratti dalla natura e destinati a soddisfare le egoistiche passioni di personaggi senza scrupoli. (testo di Roberto Chiara)

Nota a margine: la Cooperativa Silene ringrazia di cuore i volontari che in questi mesi, ininterrottamente, hanno tenuto d’occhio il nido dell’aquila di Bonelli, sempre presenti sul posto con qualunque condizione di atmosferica, e il vicino nido dove è stato posto Kevin. Grazie a Ernesto, Peppe, Simone, Danila, Valerio, Calogero, Stefania e, naturalmente, Roberto. Per saperne di più su quello che in Sicilia si sta facendo per i rapaci minacciati e sul progetto LIFE ConRaSi, visita il SITO UFFICIALE e quello del Gruppo Tutela Rapaci.

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